Descrizione
Bucchianico, centro urbano in provincia di Chieti, di oltre 5200 abitanti, si sviluppa a 371 metri s.l.m. lungo uno dei colli appartenenti alla dorsale collinare preappenninica e divide le valli formate dai fiumi Alento a nord e Foro a sud.
Il colle, orientato da sud-ovest a nord-est è separato dal restante crinale dalle depressioni di Pozzo Nuovo e di S. Maria in Casoria.
Il territorio comunale che si estende per circa 38,05 kmq è facilmente raggiungibile sia da Chieti, mediante la SS. 81 che ricalca il tracciato dell’antica strada Regia Marrucina, sia da Pescara, mediante la Superstrada del Fondo Valle Alento (1981) che da Guardiagrele giunge fino al mare.
Inoltre, in passato, un’altra importante via di comunicazione attraversava il territorio comunale: il Tratturo Regio che, collegando L’Aquila a Foggia, dopo aver attraversato il territorio di Chieti (Brecciarola), incontrava il territorio comunale di Bucchianico nei pressi della Madonna del Carmine per dirigersi poi verso Villamagna.
Al prezioso Memoratorium dell’abate casauriense Giovanni di Berardo dobbiamo la prima citazione nota del toponimo di Bucchianico: infatti, nell’874, fra i vari possedimenti di S. Liberatore a Maiella, sono citate anche le chiese di S. Eleuterio e di S. Paolo in pertinentia de Boclanico.
La citazione delle suddette chiese, probabilmente collocate in feudi rurali formatisi su colli limitrofi a quello dove attualmente sorge il centro abitato, lascia supporre che il territorio di pertinenza di Bucchianico avesse una ampia estensione.
Oltre a questa denominazione, però, nulla sappiamo sulle cause generatrici del centro storico di Bucchianico, se non che la scelta della sua localizzazione potrebbe essere stata dettata dalle stesse esigenze difensive che caratterizzarono la formazione di gran parte dei nuclei urbani del chietino a cominciare dal X secolo in poi.
Questa iniziale aggregazione spontanea, probabilmente collocata sul versante sud-orientale e sul crinale del colle, fu trasformata tra il 979 ed il 1016 in un oppidum, una struttura urbana più organizzata e difesa da mura, da Tresidio, grande proprietario terriero che, godendo dell’appoggio dell’abbazia di S. Liberatore a Maiella, si distinse nel territorio per la sua politica di incastellamento diffuso.
A questo oppidum si aggiunse sul colle, a cominciare dal 1034, la costruzione, piuttosto tardiva, di un monastero benedettino voluto dall’abate di S. Liberatore e realizzato da S. Aldemario da Capua: il monastero di S. Maria Maggiore (attuale S. Urbano) che venne edificato lungo la predetta strada di crinale, ma in una posizione dominante verso nord-est, ed intorno al quale si formò in pochi anni un secondo nucleo abitativo.
Pertanto possiamo concludere che sia il conte Tresidio che S. Aldemario di Capua possono, a vario titolo, essere definiti i fondatori di due nuclei urbani distinti e politicamente indipendenti, ma basilari per la conformazione dell’attuale struttura urbana di Bucchianico.
Durante il XIII secolo, la politica antifeudale di Federico II e di Carlo d’Angiò comportò l’ampliamento dei nuclei urbani più importanti a scapito degli aggregati rurali e tale incremento demografico favorì a Bucchianico la fusione dei due preesistenti nuclei in un’unica struttura che si sviluppò lungo la strada di crinale raggiungendo l’attuale conformazione a fuso.
La tendenza generale alla concentrazione per scopi difensivi, che connotò tutto il Medioevo, venne soddisfatta, anche a Bucchianico, con la realizzazione di una cinta muraria provvista di torri, forse realizzata tra il XIII ed il XIV secolo che distinse definitivamente quel profilo urbano compatto che ancora oggi connota il centro storico del paese dalla campagna circostante.
Frattanto le mutate condizioni politiche portarono anche un piccolo centro come Bucchianico al rinvigorirsi dell’autonomia locale che si esplicitò nella realizzazione di un nuovo palazzo per l’Università tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, ed il luogo scelto per tale costruzione fu, come da prassi, la piazza principale, denominata Platea Magna. In particolare la realizzazione del cosiddetto Ridotto, inteso come ampia sala per le riunioni del popolo, costruito a ridosso del fianco meridionale della preesistente chiesa di S. Michele Arcangelo, completò la singolare polifunzionalità raccolta in uno stesso edificio destinato contemporaneamente a funzione commerciale (botteghe a piano terra e portico), religiosa (chiesa di S. Michele Arcangelo al primo piano) e politica (aula al primo piano addossata alla chiesa).
La fedeltà alla regina Giovanna II che, durante la guerra tra Angioini e Durazzesi fu assicurata anche da Bucchianico, diede la forza agli abitanti di resistere valorosamente all’assedio che, nel 1438, venne sferrato al paese dallo stesso Alfonso d’Aragona. Per gratitudine alla dimostrazione di fedeltà alla corona, il re Renato d’Angiò, con diploma del 14 ottobre 1438, elargì all’Università il privilegio del perpetuo demanio; ma la libertà durò poco poiché, dopo la perdita della guerra da parte dei Francesi, alla città di Chieti furono confermati tutti gli antichi privilegi e l’aggiunta di nuove terre sottratte anche al territorio di Bucchianico.
Nel 1518 Bucchianico fu acquistata dalla famiglia Caracciolo del ramo dei Santo Buono (o anche di San Buono o Santobuono), dopo essere passato tra le mani di vari possessori.
Infatti, sotto il dominio di Carlo V, la Regia Camera vendette a Marino II Caracciolo la terra di Bucchianico ed inoltre, il futuro Imperatore, il 2 febbraio del 1518 gli concesse anche il titolo di marchese di questa terra.
Nella seconda metà del XVI secolo, la struttura urbana di Bucchianico, ormai già ben delineata, negli atti notarili veniva distinta in terzieri: Pizzoli sul versante meridionale, Castellara sul versante nord-orientale ed infine di Mezzo, il più importante perché comprendente la platea Magna (attuale piazza Roma).
L’evento che influì maggiormente sulla trasformazione della principale piazza di Bucchianico fu la realizzazione del palazzo marchesale che probabilmente risale al tempo di Giovanni Antonio II, tra il 1543 ed il 1584.
La realizzazione del palazzo, che quasi certamente sostituì precedenti costruzioni che chiudevano il terziere di Mezzo verso sud-ovest, costituì un importante ampliamento scenografico dello spazio pubblico: infatti l’edificio venne concepito come un’ampia quinta che facesse da sfondo prospettico all’antistante piazza trapezioidale. Il palazzo marchesale, con la sua imponente volumetria compatta, da subito si impose sul minuto tessuto edilizio contadino di cui era costituito il paese, manifestando esplicitamente il mutato potere politico.
Un ulteriore importante evento che connotò la vita di Bucchianico in questo secolo fu la nascita, il 25 maggio del 1550 nella residenza paterna posta nel terziere Pizzoli e tuttora esistente, di S. Camillo de Lellis, fondatore, nel 1583, dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani). Nel 1604 fu proprio Camillo, su insistente invito dell’Università di Bucchianico, a decidere di realizzare nella sua città natia un convento per l’Ordine appena costituito.
Dai numerosi testimoni chiamati in causa nel processo di beatificazione del santo, sappiamo che, per l’edificazione del convento, che terminò nel 1615, furono portati a Bucchianico sette muratori da Roma, inoltre l’edificio, progettato probabilmente da Francesco e Orazio Torriani di Roma, e realizzato in mattoni con cantonali in blocchi lapidei, richiama, sia nella tipologia che nel disegno del portale, la residenza dei feudatari del centro abitato.
Nel XVIII secolo a Bucchianico si realizzò una svolta nella gestione della vita pubblica, fino a quel momento amministrata solo dalla Curia Marchionale: approfittando dello spostamento degli interessi della famiglia Caracciolo, alcune famiglie borghesi locali iniziarono ad accrescere il proprio patrimonio mediante lo sfruttamento agricolo dei possedimenti terrieri e di conseguenza aumentarono il controllo sulla gestione economica dell’Università. La più esplicita manifestazione di questa nuova classe dominante si ebbe mediante la trasformazione di interi isolati medievali in sontuose residenze che vennero dislocate in quei siti del tessuto urbano ritenuti più centrali e rappresentativi: via di Mezzo e platea Magna.
Il benessere economico raggiunto dalle nuove classi, basato prevalentemente sull’attività agricola, comportò l’esigenza di coniugare in un unico edificio sia la rappresentatività della famiglia, che la presenza di spazi da adibire alla principale attività lavorativa: lo sfruttamento dei raccolti. Pertanto il piano terreno o seminterrato dei palazzi fu destinato a cantine, magazzini, frantoi ed in alcuni casi provvisto di cisterna per la raccolta delle acque piovane.
Un evento politico agli inizi dell’Ottocento ebbe importanti risvolti sulle funzioni pubbliche accolte dalla piazza: la politica murattiana, caratterizzata da una lotta ai privilegi feudali ed ecclesiastici, sfociò in una serie di decreti con cui si sopprimevano numerosi enti ecclesiastici e si privatizzavano i rispettivi possedimenti immobiliari e ciò causò nel 1809 la cessione del convento dei Camilliani e di quello dei Francescani al Comune. Ma se già nel 1819 ai padri Camilliani fu restituito interamente l’uso del convento, gli uffici comunali ed alcune aule scolastiche, invece, vennero trasferiti nel vicino ex convento dei Minori Conventuali, insieme al trasferimento della sede parrocchiale dalla cadente chiesa di S. Angelo alla più ampia chiesa di S. Francesco.
Il 2 agosto del 1806 fu emanata la legge abrogativa dei feudi ed ormai il grande potere dei Caracciolo aveva vita breve. Anche se dopo la morte di Murat tornò sul trono Ferdinando I con il titolo di Re delle Due Sicilie, restaurando gli antichi titoli, tra il 1810 ed il 1815, l’antico feudo si disgregò sotto la pressione delle nuove Istituzioni, lasciando alla famiglia solo una titolarità simbolica.
La povertà diffusa che colpì tutta l’Italia durante e dopo la seconda guerra mondiale produsse i suoi effetti anche a Bucchianico: il borgo tra il 1950 ed il 1960 vide ridursi ad un terzo la popolazione a causa del forte flusso migratorio, soprattutto di forze giovani, che lasciava al centro ben poche speranze per una possibile ripresa economica.
Invece attualmente Bucchianico presenta una forte e capillare urbanizzazione della campagna ma anche un consistente sviluppo urbanistico del centro.
Immagini e testi tratti da:
Verna M., Zuccarini A., Il borgo ritrovato. Palazzo Caracciolo a Bucchianico. Storie e progetti per il futuro, Villamagna 2007
Bibliografia di riferimento
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